NanoPiçule: scoprire e capire il mondo
Vi facciamo conoscere i laboratori per i giovanissimi di NanoValbruna
Come è nata l’idea?
L’idea è nata dalla volontà di coinvolgere bambini e veicolare in loro un messaggio scientifico già in tenera età con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza e diffondere la conoscenza relativa a specifici temi.
Ogni anno tali temi vengono scelti in maniera puntuale e, a partire da questi, viene creato un ventaglio di esperimenti volti sia a spiegarli ma anche a sviluppare capacità trasversali come la collaborazione, il saper lavorare in gruppo, il saper ascoltare e relazionarsi con gli altri.
Capacità, queste ultime, che sono importanti non solo nel contesto dell’apprendimento ma anche dal punto di vista personale e sociale.
Qual è l’obiettivo?
L’obiettivo, come detto in precedenza, non è soltanto quello di insegnare ai bambini il funzionamento di esperimenti ma, e soprattutto, quello di educare e sensibilizzare verso tematiche che riguardano il nostro presente e quello delle future generazioni.
Non a caso i temi a cui cerchiamo di dar risalto sono anche gli obiettivi dell’Agenda 2030: non abbiamo la presunzione di poterli soddisfare ma crediamo fermamente di poter contribuire al loro raggiungimento seminando chicchi di conoscenza.
Nel creare questo tipo di percorso è nostro dovere far anche emergere un senso di appartenenza non solo al gruppo di lavoro ma anche a quello della cittadinanza e del territorio locali e, in maniera più ampia, globali.
Come si è svolto?
Con l’inizio di Nanopiçule vengono formati gruppi eterogenei di bambini che non si conoscono. Questo favorisce l’opportunità di trovare nuovi amici. Ogni gruppo, accompagnato da volontari, ha modo di partecipare a tutte le attività che ogni anno vengono proposte (nel 2023 sono state 25 suddivise in due mezze giornate).
L’attività esperienziale e la teoria dell’ ”imparare facendo” (learning by doing) è alla base della costruzione dell’intero percorso di NanoPiçule. In questo modo è possibile presentare e spiegare in maniera concreta concetti astratti o difficilmente comprensibili.
Tra le attività abbiamo privilegiato quelle che esaltano e sollecitano i sensi in quanto consci della necessità da parte dei bambini di interagire con gli elementi primari e la natura. Non a caso le tematiche scelte sono fortemente legate all’ambiente e al territorio (ape e miele, latte e formaggio, frumento e pane) e poi declinate in modo da stimolare ed incuriosire le intelligenze, capacità ed attitudini di ogni singolo bambino.
I bambini diventano quindi i veri attori del loro sapere e, a questo scopo, il lavoro, le idee, le competenze e le conoscenze dei volontari diventano essenziali per far in modo che questi siano pronti a calpestare il grande palcoscenico del mondo. Riguardo quest’ultimo aspetto, è imprescindibile e di fondamentale importanza il contributo del comparto tecnico, organizzativo ed operativo che trova fondamento nella costruzione collaborativa tra volontari.
Le affinità e la fiducia maturata negli anni hanno permesso di mettere in sinergia le molteplici esperienze, capacità e passioni nel creare percorsi poliedrici e variegati.
Quale riscontro si è avuto?
Parlando di riscontri, vorrei iniziare da coloro che l’esperienza con i bambini la vivono in prima persona, i volontari. Ogni anno, ci sorprendiamo di quanta soddisfazione e arricchimento personale ci portiamo a casa.
Noi giovani cerchiamo di dare il massimo nel preparare le attività per i bambini ma, nonostante l’impegno e gli sforzi che ci mettiamo, quello che loro sono in grado di restituirci in cambio, anche se in maniera del tutto inconsapevole, ha sempre un valore estremamente più alto. I bambini si lasciano sorprendere da cose che noi diamo ormai per scontate e, per brevi attimi, ci lasciano entrare nel loro mondo e nelle loro logiche libere e prive di limiti a cui non siamo più abituati.
Alcuni volontari hanno iniziato questo percorso non molto convinti o con il solo obiettivo di accreditamento scolastico ma, quello che è inevitabilmente emerso alla fine delle giornate di NanoPiçule è stata la sensazione di essere parte di una esperienza bellissima che non si sarebbero mai aspettati di vivere, “bisogna provarlo per capirlo fino in fondo”. E non occorre nemmeno dire che questi volontari non solo sono tornati gli anni successivi, ma hanno persino chiesto di poter contribuire alla preparazione degli esperimenti.
L’altra faccia della medaglia è data dalla felicità dei bambini che ci veniva trasmessa e riportata dalle parole di genitori e nonni che, a fronte dell’entusiasmo dei piccoli, diverse volte ci hanno chiesto di prolungare le giornate o riproporre l’evento durante l’anno. Siamo stati contentissimi di sapere che i bambini stessi hanno chiesto di partecipare alle edizioni successive (al costo di interrompere le vacanze al mare!).
Abbiamo saputo che hanno persino provato a replicare gli esperimenti e spiegare alcuni concetti una volta tornati a casa e, cosa di cui andiamo tanto fieri, alcuni ragazzini che si sono incontrati per la prima volta a Nanopiçule continuano ancora oggi a sentirsi. Ogni anno c’è un’attenzione e una partecipazione maggiore che porta puntualmente a fidelizzare bambini della vallata e non. Questo, d’altro canto, è un’ottima occasione anche per noi per vedere e toccare con mano la loro crescita personale.
Quali sono stati i presupposti su cui sono stati realizzati i laboratori dell’edizione 2023?
Avendo sempre ben chiari gli obiettivi dell’Agenda 2030, i temi su cui si è concentrata Nanovalbruna 2023 e, di conseguenza, NanoPiçule, sono stati il cibo, il suo valore nutrizionale e la sostenibilità alimentare. Rimanendo fedeli al motto di NanoValbruna, “Think global, act local”, abbiamo deciso di inserire tali concetti in un contesto di incoraggiamento di un ecosistema sostenibile e valorizzazione di alimenti e prodotti della Regione. I bambini sono stati quindi coinvolti in attività laboratoriali e giochi atti alla comprensione degli alimenti, dei loro principi nutritivi, dei microrganismi e organismi utilizzati per produrli e delle intolleranze e allergie. Al contempo è stata promossa la riflessione sul concetto di sostenibilità applicato a cibo, agricoltura ed ambiente.
Quali temi sono stati affrontati?
Alcuni laboratori sono stati dedicati ai principi nutritivi, in particolare, tramite modellini ed esempi pratici si è parlato di carboidrati, proteine e grassi, della loro struttura, funzione, e dove questi possono essere trovati.
Un intero percorso tematico è stato dedicato alle api e al miele. È stata spiegata l’anatomia delle api e i diversi ruoli che queste hanno all’interno del sistema alveare per poi immergersi nel loro volo e nella loro “danza” tramite la realtà aumentata. Si è parlato dell’impollinazione illustrando prima cos’è il polline, dove si trova, la struttura di un fiore e la relativa allergia per poi passare all’alveare, alla motivazione dietro alla sua particolare forma e alla sua realizzazione tramite stampa 3D. I bambini hanno poi utilizzato e assaggiato i prodotti delle api: hanno prodotto del sapone con la cera d’api, hanno assaggiato e valutato le proprietà organolettiche di diversi mieli e, per ultimo hanno visto e toccato un vero e proprio alveare grazie all’incontro con l’apicoltore Carlo Cussigh.
Un’altra macrotematica è stata quella che ha coinvolto i bambini alla scoperta del latte e dei suoi derivati. Si è parlato della composizione del latte, dell’allergia che può derivarne e dell’intolleranza al lattosio. È stata trattata la caseina come principale proteina del latte e, in relazione a questo, i bambini hanno fatto coagulare le proteine e separato il siero riproducendo ciò che avviene normalmente con l’aggiunta del caglio nella produzione dei formaggi. I bambini hanno anche visto al microscopio i microorganismi che si trovano all’interno di prodotti lattiero-caseari come lo yogurt ed infine hanno assaporato e valutato il colore di formaggi con diversa stagionatura e di diversa provenienza grazie all’intervento di Paolo Settimi.
I bambini si sono poi cimentati nella scoperta del frumento e del chicco di grano. Si è parlato di celiachia e di sensibilità al glutine per poi arrivare nuovamente all’attivazione dei nostri sensi toccando e descrivendo i diversi tipi di farine e producendo e mangiando il pane. La presenza del lievito nella ricetta del pane ha dato lo spunto per introdurre funghi, muffe e lieviti. Grazie all’intervento di Daniela Piussi i bambini hanno visto fungi macroscopici e hanno tentato di riconoscere da forme e odori le piante locali, mentre per quanto riguarda funghi microscopici, sono stati mostrati sia al microscopio che su piastre di agarosio cellule di batteri, muffe e lieviti e, sperimentalmente, si è dimostrato come alcuni microrganismi, attraverso il loro metabolismo, possano produrre anidride carbonica, processo alla base della lievitazione del pane.
Infine, i bambini hanno potuto affrontare questioni come la fame nel mondo, i cambiamenti climatici e la biodiversità. Si è preso ad esame un prodotto e, percorrendo la strada a ritroso, sono stati analizzati gli ingredienti, e trattati temi come la produzione, l’imballaggio, il trasporto e gli scarti. Si è ragionato sul miglior modo per poter causare il minor impatto ambientale e sociale possibile e sul significato ed importanza della sostenibilità.
Volendo riassumere, utilizzando esempi concreti, esperienze sensoriali ed attività pratiche e di ragionamento abbiamo creato un viaggio che inserisce e lega i diversi alimenti ad un ecosistema sia locale che globale e, attraverso un linguaggio adeguato e modalità di esposizione e discussione leggere e divertenti si è voluto sensibilizzazione i bambini su concetti rilevanti e che ci vedono coinvolti anche nel nostro quotidiano.
TEAM NanoPiçule: Tania Vanzolini, Marina Cisilino, Gianpaolo Ganzini, Vittoria Ganzini, Mattia Tiboni, Chiara Biagetti, Francesco Sergio, Alessandro Minigher.