NanoPiçule: scoprire e capire il mondo

Vi facciamo conoscere i laboratori per i giovanissimi di NanoValbruna

Foto di Denise Caccavale | Nell’immagine Tania Vanzolini durante un workshop

L’idea è nata dalla volontà di coinvolgere bambini e veicolare in loro un messaggio scientifico già in tenera età con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza e diffondere la conoscenza relativa a specifici temi.

Ogni anno tali temi vengono scelti in maniera puntuale e, a partire da questi, viene creato un ventaglio di esperimenti volti sia a spiegarli ma anche a sviluppare capacità trasversali come la collaborazione, il saper lavorare in gruppo, il saper ascoltare e relazionarsi con gli altri.

Capacità, queste ultime, che sono importanti non solo nel contesto dell’apprendimento ma anche dal punto di vista personale e sociale.

L’obiettivo, come detto in precedenza, non è soltanto quello di insegnare ai bambini il funzionamento di esperimenti ma, e soprattutto, quello di educare e sensibilizzare verso tematiche che riguardano il nostro presente e quello delle future generazioni.

Non a caso i temi a cui cerchiamo di dar risalto sono anche gli obiettivi dell’Agenda 2030: non abbiamo la presunzione di poterli soddisfare ma crediamo fermamente di poter contribuire al loro raggiungimento seminando chicchi di conoscenza.

Nel creare questo tipo di percorso è nostro dovere far anche emergere un senso di appartenenza non solo al gruppo di lavoro ma anche a quello della cittadinanza e del territorio locali e, in maniera più ampia, globali.

Con l’inizio di Nanopiçule vengono formati gruppi eterogenei di bambini che non si conoscono. Questo favorisce l’opportunità di trovare nuovi amici. Ogni gruppo, accompagnato da volontari, ha modo di partecipare a tutte le attività che ogni anno vengono proposte (nel 2023 sono state 25 suddivise in due mezze giornate).

L’attività esperienziale e la teoria dell’ ”imparare facendo” (learning by doing) è alla base della costruzione dell’intero percorso di NanoPiçule. In questo modo è possibile presentare e spiegare in maniera concreta concetti astratti o difficilmente comprensibili.

Tra le attività abbiamo privilegiato quelle che esaltano e sollecitano i sensi in quanto consci della necessità da parte dei bambini di interagire con gli elementi primari e la natura. Non a caso le tematiche scelte sono fortemente legate all’ambiente e al territorio (ape e miele, latte e formaggio, frumento e pane) e poi declinate in modo da stimolare ed incuriosire le intelligenze, capacità ed attitudini di ogni singolo bambino.

I bambini diventano quindi i veri attori del loro sapere e, a questo scopo, il lavoro, le idee, le competenze e le conoscenze dei volontari diventano essenziali per far in modo che questi siano pronti a calpestare il grande palcoscenico del mondo. Riguardo quest’ultimo aspetto, è imprescindibile e di fondamentale importanza il contributo del comparto tecnico, organizzativo ed operativo che trova fondamento nella costruzione collaborativa tra volontari.

Le affinità e la fiducia maturata negli anni hanno permesso di mettere in sinergia le molteplici esperienze, capacità e passioni nel creare percorsi poliedrici e variegati.

Parlando di riscontri, vorrei iniziare da coloro che l’esperienza con i bambini la vivono in prima persona, i volontari. Ogni anno, ci sorprendiamo di quanta soddisfazione e arricchimento personale ci portiamo a casa.

Noi giovani cerchiamo di dare il massimo nel preparare le attività per i bambini ma, nonostante l’impegno e gli sforzi che ci mettiamo, quello che loro sono in grado di restituirci in cambio, anche se in maniera del tutto inconsapevole, ha sempre un valore estremamente più alto. I bambini si lasciano sorprendere da cose che noi diamo ormai per scontate e, per brevi attimi, ci lasciano entrare nel loro mondo e nelle loro logiche libere e prive di limiti a cui non siamo più abituati.

Alcuni volontari hanno iniziato questo percorso non molto convinti o con il solo obiettivo di accreditamento scolastico ma, quello che è inevitabilmente emerso alla fine delle giornate di NanoPiçule è stata la sensazione di essere parte di una esperienza bellissima che non si sarebbero mai aspettati di vivere, “bisogna provarlo per capirlo fino in fondo”. E non occorre nemmeno dire che questi volontari non solo sono tornati gli anni successivi, ma hanno persino chiesto di poter contribuire alla preparazione degli esperimenti.

L’altra faccia della medaglia è data dalla felicità dei bambini che ci veniva trasmessa e riportata dalle parole di genitori e nonni che,  a fronte dell’entusiasmo dei piccoli, diverse volte ci hanno chiesto di prolungare le giornate o riproporre l’evento durante l’anno. Siamo stati contentissimi di sapere che i bambini stessi hanno chiesto di partecipare alle edizioni successive (al costo di interrompere le vacanze al mare!).

Abbiamo saputo che hanno persino provato a replicare gli esperimenti e spiegare alcuni concetti una volta tornati a casa e, cosa di cui andiamo tanto fieri, alcuni ragazzini che si sono incontrati per la prima volta a Nanopiçule continuano ancora oggi a sentirsi. Ogni anno c’è un’attenzione e una partecipazione maggiore che porta puntualmente a fidelizzare bambini della vallata e non. Questo, d’altro canto, è un’ottima occasione anche per noi per vedere e toccare con mano la loro crescita personale.

Avendo sempre ben chiari gli obiettivi dell’Agenda 2030, i temi su cui si è concentrata Nanovalbruna 2023 e, di conseguenza, NanoPiçule, sono stati il cibo, il suo valore nutrizionale e la sostenibilità alimentare. Rimanendo fedeli al motto di NanoValbruna, “Think global, act local”, abbiamo deciso di inserire tali concetti in un contesto di incoraggiamento di un ecosistema sostenibile e valorizzazione di alimenti e prodotti della Regione. I bambini sono stati quindi coinvolti in attività laboratoriali e giochi atti alla comprensione degli alimenti, dei loro principi nutritivi, dei microrganismi e organismi utilizzati per produrli e delle intolleranze e allergie. Al contempo è stata promossa la riflessione sul concetto di sostenibilità applicato a cibo, agricoltura ed ambiente.

Alcuni laboratori sono stati dedicati ai principi nutritivi, in particolare, tramite modellini ed esempi pratici si è parlato di carboidrati, proteine e grassi, della loro struttura, funzione, e dove questi possono essere trovati.

Un intero percorso tematico è stato dedicato alle api e al miele. È stata spiegata l’anatomia delle api e i diversi ruoli che queste hanno all’interno del sistema alveare per poi immergersi nel loro volo e nella loro “danza” tramite la realtà aumentata. Si è parlato dell’impollinazione illustrando prima cos’è il polline, dove si trova, la struttura di un fiore e la relativa allergia per poi passare all’alveare, alla motivazione dietro alla sua particolare forma e alla sua realizzazione tramite stampa 3D. I bambini hanno poi utilizzato e assaggiato i prodotti delle api: hanno prodotto del sapone con la cera d’api, hanno assaggiato e valutato le proprietà organolettiche di diversi mieli e, per ultimo hanno visto e toccato un vero e proprio alveare grazie all’incontro con l’apicoltore Carlo Cussigh.

Un’altra macrotematica è stata quella che ha coinvolto i bambini alla scoperta del latte e dei suoi derivati. Si è parlato della composizione del latte, dell’allergia che può derivarne e dell’intolleranza al lattosio. È stata trattata la caseina come principale proteina del latte e, in relazione a questo, i bambini hanno fatto coagulare le proteine e separato il siero riproducendo ciò che avviene normalmente con l’aggiunta del caglio nella produzione dei formaggi. I bambini hanno anche visto al microscopio i microorganismi che si trovano all’interno di prodotti lattiero-caseari come lo yogurt ed infine hanno assaporato e valutato il colore di formaggi con diversa stagionatura e di diversa provenienza grazie all’intervento di Paolo Settimi.

I bambini si sono poi cimentati nella scoperta del frumento e del chicco di grano. Si è parlato di celiachia e di sensibilità al glutine per poi arrivare nuovamente all’attivazione dei nostri sensi toccando e descrivendo i diversi tipi di farine e producendo e mangiando il pane. La presenza del lievito nella ricetta del pane ha dato lo spunto per introdurre funghi, muffe e lieviti. Grazie all’intervento di Daniela Piussi i bambini hanno visto fungi macroscopici e hanno tentato di riconoscere da forme e odori le piante locali, mentre per quanto riguarda funghi microscopici, sono stati mostrati sia al microscopio che su piastre di agarosio cellule di batteri, muffe e lieviti e, sperimentalmente, si è dimostrato come alcuni microrganismi, attraverso il loro metabolismo, possano produrre anidride carbonica, processo alla base della lievitazione del pane.

Infine, i bambini hanno potuto affrontare questioni come la fame nel mondo, i cambiamenti climatici e la biodiversità. Si è preso ad esame un prodotto e, percorrendo la strada a ritroso, sono stati analizzati gli ingredienti, e trattati temi come la produzione, l’imballaggio, il trasporto e gli scarti. Si è ragionato sul miglior modo per poter causare il minor impatto ambientale e sociale possibile e sul significato ed importanza della sostenibilità.

Volendo riassumere, utilizzando esempi concreti, esperienze sensoriali ed attività pratiche e di ragionamento abbiamo creato un viaggio che inserisce e lega i diversi alimenti ad un ecosistema sia locale che globale e, attraverso un linguaggio adeguato e modalità di esposizione e discussione leggere e divertenti si è voluto sensibilizzazione i bambini su concetti rilevanti e che ci vedono coinvolti anche nel nostro quotidiano.

TEAM NanoPiçule: Tania Vanzolini, Marina Cisilino, Gianpaolo Ganzini, Vittoria Ganzini, Mattia Tiboni, Chiara Biagetti, Francesco Sergio, Alessandro Minigher.