NanoValbruna

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La foto preferita dai nostri fotografi

Abbiamo coinvolto nella selezione, con una piccola intervista, chi ha realizzato gli scatti durante l’edizione 2023

Luca Cussigh

Qual è la tua foto preferita?

Ho scattato questa foto durante l’escursione in bici lungo la ciclovia Alpe-Adria. Noi fotografi avevamo appena raggiunto il gruppo di ciclisti, fermo sulla riva del fiume Fella, durante la loro pausa pranzo. Il paesaggio era splendido, l’aria era fresca e gli unici rumori che si percepivano erano le voci dei ciclisti che si confondevano con lo scrosciare dolce dell’acqua del fiume. Dopo avere scattato qualche foto al gruppo ho deciso di fare un giro per esplorare la zona. Mentre contemplavo l’acqua cristallina che toccava le sponde sassose e ragionavo su come tutto quel tono bianco, grigio e celeste mi ricordasse un paesaggio onirico, ho incrociato lo sguardo con uno dei ciclisti, che sorridendo mi ha salutato. 

 

Questa foto per me non rappresenta solo quel momento di profonda serenità, ma l’intero spirito del festival. Durante NanoValbruna, nonostante in meno di una settimana tantissime attività siano concentrate una dietro l’altra, ci si trova spesso a vivere questi momenti speciali in cui ci si dà una tregua dalla vita frenetica. Per me NanoValbruna è stato questo: ancora oggi, mesi dopo avere partecipato al festival, pensando a quel pomeriggio per qualche secondo riesco a ritrovare un clima di tranquillità e fiducia.

Cosa ti è rimasto di questa esperienza?

Quando ho deciso di partecipare a NanoValbruna non sapevo cosa mi sarei trovato davanti, l’unica certezza che avevo era la vicinanza che sentivo verso le tematiche affrontate. Appena arrivato mi sono subito trovato immerso in un contesto che non teneva bada delle differenze individuali, della nazionalità o dell’età, ma solo degli ideali che ti avevano portato fino a Valbruna. E’ proprio questo che mi ha lasciato il Festival, un’apertura mentale maggiore e la consapevolezza che la lotta al cambiamento climatico non si limita a piccoli individui, ma che ogni giorno intere organizzazioni e collettivi di persone in tutto il mondo si pongono come obbiettivo quello di trovare alternative sostenibili alle risorse energetiche che ancora vengono sfruttate.

C’è stato un tema, un ospite o un intervento che ti ha colpito più di altri?

L’intervento che mi è rimasto più impresso è stato quello del giornalista Marco Merola. Marco è il cofondatore del progetto Adaptation, un webdoc (Home | Adaptation) nel quale vengono riportate regione per regione le storie di realtà innovative che offrono alternative per adattarsi alla crisi climatica. Il concetto di base di Adaptation è proprio questo: non negare la crisi climatica in atto ed il fatto che tutto stia cambiando a causa dell’uomo stesso, ma accettarlo e con questa consapevolezza trovare nuovi modi per vivere all’interno di un mondo che non può sostenere lo sfruttamento di risorse a cui è stato soggetto fino ad ora. Inoltre, conoscere Marco durante il festival, mi ha permesso di accompagnare il suo team durante le riprese dell’episodio di Adaptation FVG e di raccogliere materiale fotografico e video che sta venendo utilizzato per pubblicizzare il progetto.

Giulia Leonetti

Qual è la tua foto preferita?

Ho scelto questa foto perche’ l’entusiasmo della bambina e’ un po’ l’entusiasmo che noi volontari e partecipanti abbiamo avuto durante i 6 giorni di festival, dove abbiamo discusso, appreso cose nuove, passeggiato nei boschi e soprattutto goduto della reciproca compagnia davanti a un buon bicchiere di vino friulano!

Cosa ti è rimasto di questa eperienza?

Con questo festival ho avuto modo di conoscere le idee innovative di imprenditori che propongono soluzioni sostenibili nel campo dell’agricoltura, dell’energia o dei trasporti. I Data Café mi sono piaciuti tantissimo grazie alla loro formula interattiva e la presentazione di dati interessanti e a volte inaspettati. Il tutto reso ancora piu’ memorabile grazie alla fantastica cornice delle Alpi e alle Green Experiences, che mi hanno consentito di fare conoscenza con il territorio!

C’è stato un tema, un ospite o un intervento che ti ha colpito più di altri?

Gli esempi citati da Marco Merola sulle comunità che provano ad adattarsi alla crisi climatica; esempi di resilienza che si aggiungono agli sforzi per ridurre l’impatto della crisi climatica.

Martina Somma

Qual è la tua foto preferita?

Questa foto è una delle mie preferite tra tutti gli scatti durante il festival; non solo per aver intrappolato un momento di gioia durante la Green experience molto autentico ma anche perché per me quella giornata è stata una delle più memorabili, in quanto diverse mie passioni si sono unite: le passeggiate in montagna, i cani e la fotografia.

Cosa ti è rimasto di questa eperienza?

Questa esperienza è stata molto importante per me, non solo dal punto di vista lavorativo perché è stata una delle prime volte in cui sono riuscita a mettere in campo ciò che studio a livello pratico parlandone con persone di rilevanza in un contesto informale, ponendoci tutti allo stesso livello; è stata anche importante dal punto di vista personale perché sono riuscita a mettermi in gioco su diversi ambiti che di solito tengo abbastanza nascosti e non vedo l’ora di rifarlo e apprendere sempre di più.

C’è stato un tema, un ospite o un intervento che ti ha colpito più di altri?

Diversi temi li ho sentiti vicini a me rispetto alla sostenibilità come gli interventi di Nina Granucci e Silvia Lazzaris che sono rispetto a temi che non conoscevo e sono riuscita a scoprire qua a NanoValbruna però forse quello che mi porto di più a casa sono gli interventi fatti da Chantal Line Carpentier non solo nei momenti condivisi ma anche per diversi momenti individuali passati con lei, momenti di forte ispirazione per me.

Denise Caccavale

Qual è la tua foto preferita?​

Ho scelto questo scatto che ho realizzato durante la green experience guidata da Giulia Terlicher, un esperienza super immersiva nella natura del nostro territorio.

La foto immortala un esercizio che consisteva nel “scegliere” il proprio albero da bendati e tentare di catturare le sue caratteristiche solo tramite il senso del tatto, dell’olfatto e del proprio istinto, per poi riconoscerlo tra mille una volta riappropriati della vista. La cosa che mi ha più affascinato è stato il fatto che ognuno sì è ricongiunto al suo albero, facendoci rendere conto che esiste una vera connessione innata tra noi e la natura. È stato dunque un momento commovente e ricco di emozioni che mi ha colpito molto!

Cosa ti è rimasto di questa eperienza?

Questo è stato il mio primo anno in cui ho partecipato come volontaria al festival di Nanovalbruna e trovo che sia stata davvero una bellissima esperienza.
Mi ha colpito molto la numerosa partecipazione al festival soprattutto da persone giovani come me, che si impegnano per fare la differenza per noi e il nostro pianeta! Mi ha ispirato molto e fatto aprire gli occhi su diverse tematiche, spingendomi a voler fare, anche io nel mio piccolo, la differenza!
Sono dunque grata di aver conosciuto un sacco di persone diverse dagli ambienti che frequento di solito, e che ho trovato davvero molto interessanti e stimolanti, uscendo dalla mia confort zone ed entrando a contatto con nuove realtà più ..e meno circostanti.

C’è stato un tema, un ospite o un intervento che ti ha colpito più di altri?

Essendo stato il mio primo anno al Festival ho trovato quasi difficile riuscire a stare dietro all’immensa varietà di tutti temi che tocca e alla grande quantità di attività che offre. Posso dire per certo che una cosa che mi ha particolarmente colpito è stato rendermi conto dell’infinita quantità di risorse che dispone un territorio apparentemente “piccolo” come il nostro, e la conseguente serie di cose che si possono realizzare sfruttando positivamente le suddette risorse, creando qualcosa di utile e sostenibile per noi, nel rispetto e a favore del pianeta stesso. Facendomi prendere coscienza di quanto si può fare la differenza con davvero poco, in modo sostenibile e con elementi alla portata di chiunque.

Il prossimo anno spero di avere l’opportunità di fare nuovamente parte del festival e partecipare ancora più attivamente alle attività e cogliere le svariate occasioni di cui dispone.
Questo festival è stata una bellissima scoperta e un esperienza che auguro e consiglio davvero a chiunque!