NanoValbruna

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Diete e Fake News

Evento organizzato il 19 novembre presso il centro commerciale Città Fiera di Udine dal Fake News Festival

Ci è stato chiesto di portare un assaggio di quelli che sono stati i nostri Data Cafè, incontri informali tenuti dopo pranzo durante il festival di NanoValbruna col fine di presentare dati “scottanti” al nostro pubblico, in modo da creare consapevolezza e generare un confronto su temi di attualità scientifica e sociale. 


Vista la tematica data, abbiamo realizzato per il pubblico del Fake News Festival un incontro sul concetto di dieta, parlando di come il suo significato è stato cambiato nel tempo, e assieme a questo abbiamo riportato i dati scientifici riguardanti la “Dieta del gruppo sanguigno”, facendo comprendere come questo regime alimentare non abbia in realtà nessun fondamento valido. Infine, abbiamo chiarito la differenza tra dietologo, dietista e biologo nutrizionista, tre figure spesso confuse dal punto di vista professionale. 


Non è stato facile scegliere la fake diet da sfatare, le diete al momento presenti sul mercato sono numerose e molte di queste presentano controindicazioni da parte dei medici per i loro “estremismi” nutrizionali. In alcuni casi il problema è che dati oggettivi non sono ancora disponibili per poter smontare pubblicamente alcune di queste diete, per quanto basterebbe spesso del banale buon senso per comprendere come eliminare completamente intere classi di cibi dalle nostre tavole sicuramente non è la strada giusta per perdere peso o cambiare nel minor tempo possibile la propria composizione corporea. Non a caso, molte di queste diete funzionano in maniera efficace sul breve termine, ma appena le persone decidono di abbandonarle in quanto soddisfatte dei risultati ottenuti, si è notato come nella stragrande maggioranza dei casi il peso riguadagnato superava pure quello di partenza, dal momento che i corpi di queste persone erano stati abituati a regimi alimentari talmente improbabili da essere impossibili da mantenere per periodi significativi. 


Perché crediamo così tanto alle fake news?

Sono convinta che molte persone sentano il bisogno di ricevere conferme e sicurezze riguardo alcuni aspetti personali delle proprie vite. Spesso tali certezze vengono ricercate in queste notizie miracolose o in grado di smontare in maniera comunque “finta” dati scientifici che possono risultarci scomodi, o che non vorremmo avessero un’influenza sulle nostre vite. Le fake news mi fanno paura proprio per questo motivo, perché danno ad alcune persone speranza, una momentanea forza alla quale aggrapparsi, purtroppo basata su fatti non verificati. Probabilmente è anche il motivo per il quale cercare di confutarle può risultare un’arma a doppio taglio: sarà sempre difficile voler provare a convincere una persona che la notizia della quale si era fidata in realtà non è quello che sembra, e questo può creare una reazione inversa, che porta le persone a difenderle e quindi anche a diffonderle.


Un esempio riguardo questo è la fake news che più mi ha scosso durante il periodo della pandemia; studiando Biotecnologie mi è sempre stato chiaro il meccanismo dietro ai vaccini, che possono essere definiti un metodo secondo me rivoluzionario che permette ai nostri corpi di costruire le difese necessarie, quindi anche gli anticorpi, per fronteggiare una determinata minaccia biologica. Un giorno mi sono confrontata con una persona che a gran voce sosteneva come questi anticorpi non fossero naturali, ma in qualche modo artificialmente prodotti e quindi infusi nei nostri corpi. Probabilmente la paura di quella persona non era tanto il virus in sé quanto l’idea che lo stato potesse imporle un obbligo come quello vaccinale su una tematica da lei non completamente compresa, appunto quella dei vaccini. Ho cercato di sfoderare tutte le mie capacità comunicative al fine di farle capire come il vaccino gli anticorpi non li contenesse, bensì le “istruzioni” necessarie al nostro corpo per poterli produrre in maniera specifica contro il Coronavirus, sempre e comunque tramite un processo come da lei definito “naturale”. Ovviamente, questa persona è rimasta saldamente convinta della propria idea, nonostante le stessi spiegando concetti scientificamente verificati.

La verità è che l’ignoto continua a spaventarci: piuttosto che studiarlo e cercare di informarci riguardo esso preferiamo la scorciatoia, quella che ci permette di puntargli il dito contro classificandolo nel più breve tempo possibile “sbagliato” o “pericoloso”. Credo fortemente che tutti a questo mondo siamo a nostro modo ignoranti riguardo qualcosa, e questo non è un male; lo diventa nel momento in cui questa ignoranza diventa carburante per alimentare paure infondate o credenze non veritiere, facendo diventare queste fake news regine delle nostre convinzioni.
Noi ragazzi di ReGeneration Hub Friuli crediamo in un processo di rigenerazione, anche da un punto di vista educativo. Tramite i Data Cafè speriamo di poter continuare questo lavoro di rieducazione nei confronti di abitudini, convinzioni e definizioni che possono essere state comprese in maniera errata o basandosi su fatti non verificati. Basta poco, il tempo di un caffè dopo pranzo 🙂


Articolo realizzato da Silvia Del Tin